Morte dell'Immaginazione
Titanica e indistruttibile la Torre dei Sospiri troneggiava sul Monte Acciaio, cuore e anima del Regno delle Ossa. Sciamanti come insetti i corvi gracchiavano attorno ai due torrioni. Pochi riuscivano a posarvisi, subito scalzati da altri più grandi e forti.
La dama dalle labbra cineree passeggiava sul bastione. Rifletteva, osservando tutto ciò che aveva intorno. Il regno dei Morti.
Ma anche quello dei viventi.
Vedeva gli uomini ridere felici, passare le loro vite apparentemente lente per poi essere falciati all’improvviso dalla malattia, o dalla violenza di un attimo.
Osservava le madri perdere i loro figli, piangerli e morire a loro volta. Non comprendeva il dolore.
Si fermò, sospirando. Una figura la scrutava, osservatore osservava osservatrice. Il viso dell’uomo che uscì dall’ombra era pallido, gli occhi verdi come quelli di sua figlia. Era il re, il sovrano del Regno dei morti in persona. Camminava trascinando il manto nero, i lembi della veste che come spinti dal vento erano sospesi da terra.
Il suo sguardo era sprezzante.
- Figlia – accennò trattenendo a stento la rabbia – Hai disobbedito. Hai portato grave offesa a questo regno. Sei la principessa. Ma anche serva.
- Padre, padre mio, non dovete punirmi. La mia anima è sempre stata vostra serva.
- Hai peccato, figlia, hai provato amore. Amore per i mortali. Non dovevi amare. La Morte non genera, la Morte ammanta gli spiriti e copre le loro sofferenze.
- Ma anche l’amore lo fa, padre mio. La solitudine è il peggiore male, e morire soli non ha pari nella sofferenza.
- Muore il sole ogni giorno tramontando. Muore l’amore e ne nasce un altro. Muore la speranza, sormontata dalla disperazione. E muore l’immaginazione. Tu mi comprendi.
- Quando ho visto quell’uomo, padre, non ho potuto fare a meno di volergli bene. Sapevo di lui da prima che nascesse, da prima che il mondo facesse i suoi primi passi. E quando l’ho visto per la prima volta come dici tu è morto qualcosa in me… La mia immaginazione… Ma non ho potuto far altro che baciarlo. Però sapevo che facendolo lo avrei ucciso. Così quando stava per succedere…
- Tua sorella, Dimenticanza, ha preso il tuo posto.
- E lui è vivo padre. Ma ora cosa succederà?
- Stanotte morirà. Ci penserò io stesso…
La ragazza pianse, nel silenzio. Come se si sentisse in colpa. Come se capisse che ciò che aveva fatto era ingiusto e legittimamente veniva punita. Ma ciò non la tratteneva dal versare lacrime. Le più dolorose della sua eterna vita.
- Ma non preoccuparti, figlia mia. Vi rincontrerete presto. Saprai cosa significa amare, avere un amico, che è la cosa più dolorosa e piacevole che può accadere. Sentirai la vita scorrere in te, come mai è successo, visto che hai sentito solo morte. E vedrai il tuo amore spegnersi e morire di nuovo… Con tutti quelli a cui vuoi bene… Immaginerai presto l’amore della tua vita, come ogni ragazza mortale, arrossendo ogni volta… Per poi veder morire la tua fantasia quando ti accorgerai di aver avuto qualcosa di completamente diverso.
- Padre, siete buono con me. E’ proprio quello che merito…
- Non mi ringraziare figlia. Il tuo pensiero si muove lento verso ciò che ti aspetti. Vedi l’indifferenza come terribile difetto, e invece io la considero la caratteristica degli dei.
- Ma come faranno gli uomini a morire senza di me?
- Lo faranno di loro spontanea volontà. Nessuno riesce a resistere ad un’eterna vita piena di sofferenza. E l’amore genera tormento. - Ma anche gioia padre.
Il re non sapeva comprendere sua figlia. Voltandosi tacque, entrando nella galleria degli Spiriti Inquieti. E sua figlia capì che qualcosa nasce sempre dalla Morte.
Ma qualcosa muore sempre con la vita.


[Indietro]