Essenza del Male
Passeggi nel porticato in mezzo alla notte, elegante ma inosservato. Sei una persona comune, nessuno ti nota. Il tuo vestito l'hai comprato in una bancarella, spendendo il denaro che guadagni ogni giorno lavorando in un ufficio. Sulla porta non c'e traccia del tuo nome. Una signora ti osserva dalla finestra di casa sua. Fuma. Non sa chi sei. Tra poco dimenticherà il tuo volto. Sei tranquillo? Vedo nel tuo arido volto un'espressione che non notavo da tempo. Stasera sei andato molto oltre il tuo solito. Hai guardato il cielo, fissato una stella, cercato il tuo sogno. Sfavillante, l'hai vista spegnersi. Ti sei detto che ogni giorno da qualche parte si spegne una stella. Stasera una si è spenta anche per colpa tua. Hai visto le lacrime scenderle sul bel viso, la sua triste acqua salata mescolarsi con il rosso del suo sangue. Hai visto spegnersi il suo sguardo, come quello di tante altre. La mano ferma, gelida, che toccava il pavimento. La blusa aperta che mostrava ciò che avrebbe potuto nutrire un suo futuro figlio. E invece ha nutrito te col suo sangue. Il coltello si è posato pian piano, la lama ha reciso, tagliato, perforato. Si è fermata solo col cuore. E col suo urlo.
Te ne sei andato. Cosa provavi?
Le urla non ti hanno ferito, tantomeno le unghie che ti hanno graffiato. Hai solo ripensato a tua sorella.
Così bella.
Così dolce.
Così morta.
Ti eri chiesto tante volte se avesse sofferto, se avesse provato il MALE. Ma cos'è il male? non hai mai avuto una risposta: era una parola come un'altra.
Indifferenza. Cominciasti ad essere indifferente quando vedere le lacrime non ti provocò più quel dolce dolore al petto, quando sentisti che era finito tutto. Mentivi sapendo di far soffrire eppure era come se non fosse mai cominciato. Ti eri posto molte domande sulla bellezza, sull'universo, sul bene, eppure avevi cominciato a fartene troppe. E nessun interrogativo poteva restare irrisolto.
Menzogna.Ti eri creato un'identità fittizia, poiché probabilmente ti faceva sentire meno in colpa. Poi la colpa sparì, o forse non era mai esistita. Riuscivi ad essere chiunque, a farti sembrare un povero, un ricco, un debole o un forte. Urlavi o tacevi, a comando, e ognuno ti conosceva sotto uno dei tuoi tanti aspetti.
Sofferenza. Inizialmente provasti a colpire te stesso, a dare a te ogni forma di punizione, però capisti che non eri tu il bersaglio prediletto. La debolezza altrui ti dava fastidio, dovevi abbatterla. Hai cominciato da vicino. Hai ucciso tua sorella. Oggi ti vedo, da questa finestra. Sto fumando una sigaretta.
Ti vedo da tanto tempo e mi sto innamorando. Forse sarà quel sorriso così vacuo, quell'espressione che ti fa così particolare. Quante persone hai ucciso oggi. Una? Due? O forse venti? Perché nessuno ti scopre? Forse perché tu non hai un volto. Sei un'essenza, l'Essenza del Male.


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